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Artigiana del proprio tempo

La parola che pronuncia di più è “visione”. Lei che la “vision” l’ha avuta sul suo mestiere di pittrice- artigiana, quando fresca di laurea a Pisa tornò a Catania e, per uno strano incrocio del destino, mise piede nella bottega di carretti siciliani del maestro Domenico Di Mauro, ad Aci S. Antonio assorbendo e incamerando i segreti dell’arte decorativa popolare. Oggi è una delle pochissime donne artiste ereditarie di questo “sapere” ma come tutte le eredità, ad un certo punto bisogna scrollarsele di dosso e farle proprie, cosa che lei ha fatto, reinterpretando l’estetica tipica dell’iconografia siciliana con una modernità da designer.

La sua è una strada radicata nel patrimonio identitario della Sicilia che ha saputo trasformarsi, pur mantenendo memoria storica dell’arte delle maestranze locali. Un modo per tutelare quella capacità creativa che si sta perdendo, man mano che i grandi vecchi dell’artigianato se ne vanno o vengono ostacolati – vedi l’esempio dei maestri d’ascia del cantiere Rodolico ad Aci Trezza – dalla burocrazia ottusa.

Impegnata nel sociale e combattente per carattere, Alice-Bradamante (la paladina-guerriera di Carlo Magno innamorata di Ruggiero e una delle poche donne dell’Orlando Furioso a non essere né salvata, né inseguita da un uomo) ha un sorriso che illumina come i colori brillanti delle sue “ruote” di carretto. Per capire quanto la sua arte abbia rivoltato come un calzino l’epopea dell’opera dei pupi basta guardare la serigrafia dei due paladini che si baciano.

«Il fatto che nel tempo si sia veicolata all’estero un’immagine kitsch e folcloristica della Sicilia è un problema di noi siciliani. Adesso che la Sicilia è diventata molto di moda si assiste un po’ ad un reinventarsi generale, ma nella realtà la sostanza c’è, ed è un’opportunità e un orgoglio di molti che la portano avanti in maniera seria».

Leggi l’intero articolo di Carmen Greco pubblicato su La Sicilia.

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